Ho scritto Medioevo militante
per tentare di presentare il complesso, affascinante rapporto che lega la
contemporaneità al medioevo. Non però partendo dal medioevo, bensì da noi.
In particolare, ho ritenuto interessante analizzare le ricadute
politiche che le rappresentazioni del medioevo determinano nel mondo di oggi.
Le ragioni che mi hanno spinto a scrivere su questi temi sono molte, anche
esistenziali; il motivo principale mi viene però dal fatto che, in varie parti
del mondo, l’uso di miti riferiti al medioevo aiuta a costruire legittimi sensi
di appartenenza, ma giustifica anche pulizie etniche, guerre sante e morte. La
storia è spesso costruita con inganni, invenzioni e deformazioni della memoria;
proprio per questo lo studioso di storia, a mio parere, non soltanto deve esserne
consapevole, ma deve altresì mettere i suoi lettori in condizione di acquisire
una analoga consapevolezza.
Essendo un ricercatore e un docente di Storia medievale, abituato a
usare il linguaggio tecnico della medievistica ma anche a parlare con gli
studenti, mi sono convinto del fatto che parlare del «medievalismo» e del suo
impatto nell’oggi significhi rinsaldare il vincolo che lega la storiografia
alla contemporaneità, riportando la storia medievale al centro del dibattito
culturale. Viceversa, non compiere anche questa analisi può far correre il
rischio che il «mestiere di storico» non venga più compreso,
e che in particolare la medievistica accademica risulti (come spesso in effetti
accade) sempre più separata e avulsa dal contesto in cui opera. Che è il nostro
contesto, fatto di tutti coloro che non solo studiano, ma che sognano il
medioevo nelle sue luci, ombre e crepuscoli.
Mi piace dunque pensare a Medioevo
militante come a una specie di ponte gettato tra passato e presente, tra
storia e rappresentazione, nonché tra accademia e passione. Attribuisco questa
medesima immagine all’Associazione Culturale Italia Medievale, che si distingue
fra molte altre in Italia per la forte capacità di coinvolgimento unita alla
coerenza scientifica, e che è la promotrice del premio oggi assegnato al mio
libro. Dell’associazione ho infatti l’immagine di un ponte di buona pietra, che
ci consente di compiere il nostro cammino avanti e indietro nel tempo e dentro
di noi, armati di curiosità e consapevolezza. Per questo, sono davvero onorato
che Medioevo militante abbia ricevuto
il prestigioso Premio Italia Medievale e ringrazio tutti coloro che lo hanno
votato.
Tommaso di Carpegna Falconieri
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