giovedì 4 ottobre 2012

Tommaso di Carpegna Falconieri per il Premio

Ho scritto Medioevo militante per tentare di presentare il complesso, affascinante rapporto che lega la contemporaneità al medioevo. Non però partendo dal medioevo, bensì da noi.
In particolare, ho ritenuto interessante analizzare le ricadute politiche che le rappresentazioni del medioevo determinano nel mondo di oggi. Le ragioni che mi hanno spinto a scrivere su questi temi sono molte, anche esistenziali; il motivo principale mi viene però dal fatto che, in varie parti del mondo, l’uso di miti riferiti al medioevo aiuta a costruire legittimi sensi di appartenenza, ma giustifica anche pulizie etniche, guerre sante e morte. La storia è spesso costruita con inganni, invenzioni e deformazioni della memoria; proprio per questo lo studioso di storia, a mio parere, non soltanto deve esserne consapevole, ma deve altresì mettere i suoi lettori in condizione di acquisire una analoga consapevolezza.
Essendo un ricercatore e un docente di Storia medievale, abituato a usare il linguaggio tecnico della medievistica ma anche a parlare con gli studenti, mi sono convinto del fatto che parlare del «medievalismo» e del suo impatto nell’oggi significhi rinsaldare il vincolo che lega la storiografia alla contemporaneità, riportando la storia medievale al centro del dibattito culturale. Viceversa, non compiere anche questa analisi può far correre il rischio che il «mestiere di storico» non venga più compreso, e che in particolare la medievistica accademica risulti (come spesso in effetti accade) sempre più separata e avulsa dal contesto in cui opera. Che è il nostro contesto, fatto di tutti coloro che non solo studiano, ma che sognano il medioevo nelle sue luci, ombre e crepuscoli.
Mi piace dunque pensare a Medioevo militante come a una specie di ponte gettato tra passato e presente, tra storia e rappresentazione, nonché tra accademia e passione. Attribuisco questa medesima immagine all’Associazione Culturale Italia Medievale, che si distingue fra molte altre in Italia per la forte capacità di coinvolgimento unita alla coerenza scientifica, e che è la promotrice del premio oggi assegnato al mio libro. Dell’associazione ho infatti l’immagine di un ponte di buona pietra, che ci consente di compiere il nostro cammino avanti e indietro nel tempo e dentro di noi, armati di curiosità e consapevolezza. Per questo, sono davvero onorato che Medioevo militante abbia ricevuto il prestigioso Premio Italia Medievale e ringrazio tutti coloro che lo hanno votato.
Tommaso di Carpegna Falconieri